martedì 28 maggio 2013

C'entra poco ma ...

Un amico ultimamente mi ha regalato questa cosa piccola e strana che vedete qui sotto:

L'oggetto sconosciuto è una Iwaver in scala 1:28.
E', in pratica, un clone assai più economico delle sofisticatissime (e costosissime) Kyosho MiniZ.
In effetti qualche sbavatura, in termini di materiali e saldature, si vede, ma intanto "a caval donato ...", poi l'effetto complessivo non è male.
Le dimensioni sono veramente ridotte, ma la guidabilità in salotto è notevole (anche sul marmo, con le opportune regolazioni ...); immagino che quella delle Kyosho sia ancora migliore, ma già questa è molto divertente.


Il radiocomando è un vecchiotto e ingombrante (rispetto alla macchinina!) 27 Mhz che richiede 8 stilo AA, però ha un sacco di funzioni impostabili che rendono più agevole e interessante la guida del micro-bolide (funzione ABS, limitazione dell'estensione dei comandi, effetto progressivo ecc.).
In Italia queste scale minori non hanno mai avuto grande successo, anche se pure da noi ci sono i modellisti dediti a queste ridottissime dimensioni.


Esistono ricambi e upgrade di tutti i tipi, ma la loro reperibilità in Italia non è sempre agevole; per fortuna alcune cose basilari, come gomme e cerchi, sono comuni con le Kyosho, più famose e rintracciabili.
Per il momento ho acquistato telaio in grafite e carrozzeria della "Enzo" (ben fatta ma di un rosso un po' ... cinese); a poco a poco, comunque, la voglio "upgradare" tutta in alluminio azzurro: deve essere fantastica!
Stefano, calmati .... che le parti opzionali sono tante e non sono proprio economiche!


venerdì 24 maggio 2013

Himoto Spino: qualche intervento sugli ammortizzatori

Come ho scritto in un precedente articolo, la Himoto Spino è una ottima 1/18: aggiornatissima sotto il profilo elettronico (motore brushless, batterie LiPo, radio 2,4 GHz a 4 stilo AA), esteticamente bella e molto, molto robusta.

L'unico limite vero che abbiamo segnalato è la assoluta mancanza di possibilità di regolazione, nel senso che tutta la tiranteria è costituita da pezzi "monoblocco" (non da uniball), quindi gli angoli non possono essere variati.
Sulle 1/18 non è detto sia un male, dato che su dimensioni così ridotte tutto ciò che può muoversi è intrinsecamente fragile e le piccole variazioni degli angoli (convergenza, camber) non sono forse così apprezzabiii.
Gli ammortizzatori, però, vanno regolati, perchè da essi dipende in massima parte il comportamento della vettura sui vari fondi.

Gli ammortizzatori di serie della Spino sono lunghi 6 cm e le molle hanno un diametro di 1 cm.
A mio parere sono piuttosto duri; forse non sono duri in assoluto, ma lo sono per un modello che pesa solo mezzo chilo.
Un peso così leggero fa sì che, su una sconnessione, la vettura abbia la propensione a "sollevarsi tutta" invece che far sollevare solo l'ammortizzatore interessato; per evitare questo, l'ammortizzatore deve necessariamente essere molto morbido e sensibile.

Per ammorbidire gli ammortizzatori di serie ho fatto quanto segue:
- ho sostituito l'olio di serie con un olio più fluido;
- ho diminuito la pressione dei gommini di chiusura sul gambo.

 
Gli ammo Himoto: notare ghiera superiore, cilindro in nylon, ghiera inferiore zigrinata
 
Sostituire l'olio la prima volta non è semplicissimo, perchè bisogna ovviamente aprire la ghiera superiore, che è molto (troppo ...) serrata.
Togliete anzitutto il piattello inferiore (che è solo inserito a pressione) e la molla.
Poi occorre tenere fermo il cilindro (che è in nylon nero abbastanza leggero e deformabile) e svitare con una chiave esagonale delle giuste dimensioni la ghiera superiore, che è saldamente avvitata al cilindro stesso.
L'operazione richiede un certo sforzo, durante il quale è necessario preservare il cilindro in nylon dalle deformazioni e dai graffi: suggerisco di avvolgerlo in un materiale che faccia presa e riparo (tipo gomma, camera d'aria o qualcosa del genere) e stringere il cilindro così avvolto con una pinza o, meglio, in una piccola morsa, senza esagerare.
Una volta svitato il tappo superiore, alzare e abbassare il pistone per far uscire l'olio "di serie", poi far scendere del tutto il pistone e riempire il cilindro con olio molto fluido, fino a un po' sotto all'orlo superiore, infine richiudere il tappo con le sole mani, avvitando fino a garantire la chiusura ermetica, ma senza forzare troppo.
Provare il movimento del pistone, che dovrebbe salire con fluidità, poi scendere un poco da solo (non necessariamente del tutto).
Le operazioni di riempimento che farete in futuro saranno molto più semplici.

Dedichiamoci ora alla ghiera inferiore.
All'interno di questa ghiera ci sono due rondelle in nylon e due gommini in teflon; tutto ciò serve a tenere ben dritto il gambo del pistone e a evitare la fuoriuscita dell'olio.
Talvolta, però, i gommini in teflon sono troppo compressi dall'avvitamento della ghiera inferiore, e premono troppo contro il gambo di metallo, togliendo fluidità al movimento.
Per migliorare la situazione è meglio svitare un po' la ghiera inferiore (quella zigrinata) per liberare un minimo i gommini; non troppo, altrimenti rischiamo di perdere l'olio; bisogna trovare il giusto equilibrio.
A questo punto gli ammortizzatori dovrebbero essere molto più fluidi.

Ma si può fare altro, intervenendo sulle molle.
Se volete abbassare la macchina occorrono molle più corte.
Questo può servire su fondi molto lisci come l'asfalto (associato a ammortizzatori duri) oppure, come nel mio caso, su fondi sconnessi ma privi di grandi salti, come la terra battuta (associato ad ammortizzatori più morbidi).
Per accorciare le molle (e quindi abbassare il baricentro della macchina e ridurre l'escursione degli ammortizzatori) possiamo tagliare le molle di serie oppure, più semplicemente, possiamo acquistare il set di molle della Helion Animus (HLNA0014).
Con le molle della Animus, l'altezza da terra della Spino scende dai circa 2cm di serie a 1,5cm.

Il set di molle della Helion Animus

Quest'ultima opzione è ottima e economica: la Helion, intelligentemente, vende a poco prezzo un set di sole molle (quindi non l'ammortizzatore completo, ma solo le molle).
Questo set, tra l'altro, comprende anche dei comodi spessori in nylon che possono essere inseriti sopra le molle (anche della Himoto) per irrigidirle.
Insomma, un acquisto che, con una spesa molto modica, ci consente di aumentare di molto le possibilità di regolazione della nostra Spino. 
Peccato che la Himoto, dopo aver realizzato un modello così ben fatto, non abbia commercializzato qualcosa del genere e non abbia pensato a nessuna possibilità di regolazione.          

martedì 21 maggio 2013

Quando la lotta si fa dura ...

Qualche immagine dal nostro circuito casalingo: è breve, ma ci si riesce a divertire lo stesso. 
E' un ottimo allenamento per i riflessi e una prova non facile per gli assetti delle macchine.


domenica 19 maggio 2013

Jamara Z18 CR: il giusto equilibrio. O quasi ...

Finora abbiamo provato due 1:18 a loro modo "estreme": la Himoto Spino, una 1:18 modernissima, solida, compatta e anche troppo essenziale, e la Caster f18, una macchina vecchio stile, sofisticato clone di una 1:8, ricca di particolari ma fragile. 
Vedendo e provando la Jamara Z18 viene da pensare che, tra le due, sia un po' il giusto equilibrio: solida ma regolabile.

 

La macchina ci ha colpito per il suo assetto ottimale sul fondo sconnesso, aiutato da ammortizzatori ben "piazzati" e da gomme molto soffici ed estremamente efficaci.
Ma anche qui c'è qualche piccolo prezzo da pagare!

ESTETICA: sul telaio e sulle plastiche niente da dire. La carrozzeria, però, non è proprio di apollinea bellezza. E, considerato che il telaio è un po' più largo sia della Himoto sia della Caster, al momento non abbiamo trovato alternative. Ancora non capisco perchè nella confezione siano compresi due birilli arancioni ...
















MOTORE ED ELETTRONICA: questo è un po' il "tallone d'Achille" della Jamara. Ma la situazione non è così nera: il motore è "brushed", ma offre ottime prestazioni, nel senso che è veloce e progressivo. La ricevente e l'ESC sono intergrati insieme in una scatola unica. La soluzione non mi piace troppo, perchè rende più difficili le modifiche: se voglio cambiare l'ESC devo cambiare anche la radio, e viceversa. La radio da 2,4 GHz, comunque, non dà problemi (anche lei funziona con 4 stilo AA, come la Himoto) e l'ESC è predisposto per l'uso delle LiPo.


BATTERIE: lo stesso discorso vale per le batterie: viene fornita una NiMh da 1300 MAh, decisamente sotto gli standard attuali. In Germania esiste anche la versione LiPo, che però, finora, non siamo riusciti a trovare in Italia.

TELAIO: leggermente più largo di Himoto, sia come dimensioni sia come carreggiata. E molto ben fatto: semplice, regolabile, tutto scatolato. Anche il gruppo "ricevente - ESC" è, in teoria, antispruzzo (sempre senza esagerare). Soluzioni classiche, ma ben realizzate e solide. Belli gli ammortizzatori, robuste e di diametro superiore le molle. 



ROBUSTEZZA: non abbiamo avuto problemi. Qualche braccetto regolabile ogni tanto tende a storcersi, ma è un danno facilmente riparabile senza dover acquistare ricambi. 


PRESTAZIONI: le prestazion in fuoristrada sono il vero punto di forza di questa vetturetta. Il motore rende bene ed è anche molto progressivo. Il telaio scarica molto bene la potenza a terra e gli ammortizzatori (ben coadiuvati dalle gomme) fanno un lavoro davvero ottimale nell'assorbire le molte asperità del nostro cattivissimo circuito.

PRO:
- prestazioni in fuoristrada ottime;
- meccanica ben bilanciata;
- macchina regolabile e al tempo stesso robusta.

CONTRO:
- ricevente e ESC in blocco unico;
- i tiranti dello sterzo vanno tenuti sotto controllo;
- batteria NiMh poco performante.

   

  

sabato 18 maggio 2013

Caster f18: bella ma impossibile!

Se pensate che le buggy 1:18, essendo piccole, siano più o meno tutte uguali vi sbagliate di grosso!
La Himoto Spino (che ho recensito in un precedente post) è leggera, essenziale, semplice, priva di regolazioni, con un motore potente quanto basta ma non esagerato.
Bene, la Caster f18 è l'esatto contrario: mentre la Himotina è chiaramente nata solo per le esigenze della scala 1:18, la Caster è, praticamente, una 1:10 rimpicciolita.
 



Quindi più pesante, motore (sempre brushless) più potente, tiranteria tutta regolabile, ammortizzatori metallici con ghiera per variare la pressione sulla molla, differenziali a sfere, ESC da 25A (anzichè 18A della Himoto).
Insomma, un biglietto da visita di tutto rispetto.
Ma come va su strada?
L'impressione generale dopo qualche prova sul mio ""severissimo" circuito casalingo è che la Caster f18 sia nata più per le corse su moquette che non per il vero off road.
Vediamo perchè.

ESTETICA: il modello si presenta molto bene, anche se le plastiche hanno un aspetto un po' delicato. Belli gli ammortizzatori in metallo e il dissipatore di calore sul motore, entrambi di serie. Anche le carrozzerie sono belle, in particolar modo trovo bellissimo il "truggy", che ha una colorazione davvero fenomenale.


MOTORE ED ELETTRONICA: il motore, dotato delle scenografiche e utili alette di raffreddamento, è molto potente, probabilmente anche troppo. Anche con l'ESC (molto bello, da 25A) tarato nella maniera più soft ha un'accelerazione bruciante e un'ottima velocità massima. La radio, purtroppo, richiede 8 batterie AA (quella della Himoto ne richiede 4) e si è rivelata anche poco affidabile: un vero punto debole. Il servo dello sterzo, invece, sembra buono: è veloce, torna piuttosto bene al centro ed è dotato di ingranaggi metallici.



BATTERIE: purtroppo il modello viene fornito con un'inutile batteria NiMh da 1200 mAh. Per fortuna l'ESC è di ultima generazione, quindi va benissimo con le LiPo. Con le LiPo da 1500 mAh la Caster ha circa 25 - 30 minuti di autonomia.

TELAIO: come ho detto in apertura, è un modello piuttosto complesso. Tutti i braccetti sono dotati di uniball regolabili, che consentono di variare tutti gli angoli. I differenziali sono a sfere e offrono anch'essi, quindi, grandi possibilità di regolazione. Gli ammortizzatori, in metallo, sono totalmente regolabili con estrema facilità.



ROBUSTEZZA: e qui vengono le note davvero dolenti. La macchina, a mio parere, non è pensata per girare fuoristrada, il che per un buggy non è proprio un complimento. La prima volta che l'ho provata all'esterno ho subito sgranato la corona principale. La rottura è stata dovuta a quello che si è rivelato un difetto praticamente non eliminabile, nonostante tutti i tentativi: l'accoppiamento corona - pignone non è "scatolato", quindi entrano terra, sassi, di tutto e di più. Su una meccanica già sollecitata da un motore molto potente questo ha effetti che si possono immaginare: la ""sgranata" è sempre in agguato. Potrebbe bastare, ma purtoppo non basta. Ho sgranato, in breve tempo, anche un differenziale posteriore, cosa che mi ha convinto a montare i relativi pezzi in metallo. Anche il radiocomando non si è dimostrato affidabile: la prima trasmittente faceva strani contatti dietro al volantino; con estrema cortesia da parte dell'efficientissimo Model Racing di Bologna mi è stata sosituita, ma anche la seconda trasmittente dava, anche se in misura minore, problemi analoghi. Infine, le plastiche e anche le parti metalliche perdono i filetti delle vite dopo un paio di avvitate (anche senza forzare) e questo, con una macchina che richiede tanta manutenzione, è davvero un guaio.

PRESTAZIONI: le poche volte che sono riuscito a girare in off road senza avere problemi, la vetturetta si è dimostrata precisa, molto ben assettata e per niente "ballerina". Peccato davvero, un'occasione mancata per qualche disattenzione progettuale e per materiali di qualità piuttosto scarsa.

PRO:
- tutta regolabile;
- assetto ben bilanciato;
- ricambi e upgrade prontamente disponibili e poco costosi.

CONTRO:
- radiocomando inaffidabile;
- batteria di serie scarsa;
- gruppo pignone - corona non scatolato;
- plastiche e metalli di qualità inadeguata;
- complessivamente troppo fragile.   



  

mercoledì 15 maggio 2013

Le potenzialità del regolatore elettronico (ESC)

Questo è un sito per "dilettanti" (anche perchè di elettricità non ne capisco nulla), ma, anche per i profani e i neofiti, capire e programmare almeno le funzioni fondamentali del regolatore elettronico di velocità, detto ESC (Electronic Speed Controller), è davvero importante.
Sì, perchè la centralina della nostra vetturetta può fare molte cose, alcune fondamentali, altre davvero interessanti.
Quando qualche mese fa ho acquistato la mia prima auto RC non sapevo che la centralina fosse programmabile; quando ho letto le istruzioni allegate (rigorosamente in inglese) ho capito che qualcosa si poteva fare, ma ho rimandato la lettura più attenta a un secondo momento.
Ora quel momento è arrivato.

La prima cosa da osservare è che le moderne centraline di regolazione di velocità:
- comprendono anche l'interruttore del "gruppo ricevente";
- sono collegate alla ricevente come il servo dello sterzo;
- hanno spinotti di collegamento al motore e alla batteria;
- hanno un piccolo pulsante che serve, appunto, alla programmazione.

Concentriamoci sul pulsante di programmazione e fate attenzione a individuarlo, che è davvero minuscolo!
Esso è posto o sul regolatore stesso (nel caso del mio modello di regolatore da 25A) o sul blocchetto interruttore (nel caso del mio regolatore da 18A).
 
Il pulsante rosso di programmazione sull'ESC 25A

Il pulsantino sull'ESC 18A

Come dicevo, esso permette di accedere alle funzioni di programmazione della centralina stessa.
La procedura è la seguente:

1. accendere la trasmittente lasciando spenta la ricevente;
2. premere il minuscolo pulsante e lasciarlo premuto;
3. accendere la ricevente, sempre mantenendo premuto il pulsantino.

A questo punto il led rosso della centralina inizierà a lampeggiare, ma subito dopo smetterà e inizierà a lampeggiare il led verde.
Quando inizia a lampeggiare il led verde bisogna stare attenti, perchè si è entrati in modalità programmazione.

A questo punto vi dovete procurare il manuale, in cui a questi segnali luminosi sono associati dei significati particolari; il manuale è scaricabile da qui:


Mettetevi davanti agli occhi la tabella a pagina 3 del documento in questione (tabella intitolata "2. Programmable items list) e occhio alla frequenza del lampeggio (in genere accompagnata da un beep).
La frequenza del lampeggio del led verde vi indica in quale funzione programmabile (colonna di sinistra della tabella) vi trovate:

. un lampeggio: running mode (regolazione avanti - retromarcia);
. due lampeggi: drag brake force (simulazione freno motore);
. tre lampeggi: cut off (serve per preservare le batterie Lipo);
. quattro lampeggi: punch (violenza della spinta del motore).

più ci sono altre funzioni di minore importanza programmabili ai numeri successivi.

Quando il led verde lampeggia un numero di volte pari alla funzione desiderata lasciate finalmente il pulsantino.
A questo punto potete regolare quella funzione come volete: se premete il pulsante una volta regolerete a livello 1, se lo premete una seconda volta (non due volte, ma una seconda volta) a livello 2 e così via; in questo caso, il valore programmato raggiunto vi verrà indicato da altrettante accensioni del led rosso. 

Attenzione, perchè per i numeri da 5 in su il led non si accende 5 volte, ma fa un'accensione lunga per il 5, un'accensione lunga e una breve per il 6 e così via.
Sembra difficile, ma fatto un paio di volte diventa intuitivo.

Entriamo un po' nel merito dei valori più importanti da regolare.
Le caselle nere sulla tabella indicano su che valori la centralina è regolata di "default".
In genere la funzione 1 (running mode) è già regoalta nel migliore dei modi per garantire marcia avanti e marcia indietro.
La funzione 2 (freno motore) può essere invece regolata a piacimento: se la vostra macchina è "inchiodata" e non scorre la colpa potrebbe essere di un eccessivo freno motore.
La funzione 3 è importantissima per garantire la vita e la sicurezza delle vostre batterie LiPo: il taglio della corrente va impostato sul valore di almeno 3 volts per cella; in genere questo valore è impostato di "default", ma sempre meglio controllare prima di dover buttare via qualche preziosa batteria ...
Anche la funzione 4 è molto importante: vi consente di regolare la spinta iniziale che riceve il motore; se volete una spinta più leggera e progressiva scegliete 1 o 2, se volete una spinta immediatamente vigorosa scegliete valori superiori; da come impostate questo valore può dipendere la guidabilità della vostra vetturetta e la durata dei vostri differenziali, quindi occhio ...

Una volta eseguita la regolazione della funzione che vi interessa sul valore che volete, per salvare spegnete la ricevente e poi riaccendetela. 
Fatto.

Spero che queste note vi siano utili per capire le potenzialità di quell'oggetto sconosciuto (almeno per me) che è la ESC.
Va detto, in ogni caso, che esistono in commercio apposite schede di programmazione che rendono la regolazione delle ESC più semplici e intuitive.
Se volete un panorama completo sulle centraline visitate il sito della Hobbywing, uno dei maggiori produttori (ovviamente cinese, nonostante il nome ...):

http://www.hobbywing.com/index.asp
 
Nota importante, in grado di salvare molte vite: se vi perdete nel processo di programmazione, accendete tutto e ponete l'acceleratore in posizione neutra, quindi premete il pulsantino di programmazione per almeno 3 secondi: tutti i partametri regolabili della centralina torneranno sui valori preimpostati